Per quanto possa apparire assurdo, in
questo momento storico stiamo ancora
interagendo con interlocutori senza un minimo di conoscenze essenziali sul
funzionamento della propria e altrui centrale operativa.
Queste
conoscenze, che dovrebbero essere note da chiunque sia fornito di un cervello
umano e abbia a che fare con altri simili, sono state talmente appesantite da
addetti professionalmente ai lavori, che la stragrande maggioranza degli umani
ha rinunciato a priori ad interessarsene.
Pertanto
riprovo ancora una volta ad esporre alcuni elementi sollecitatemi da qualche raro
interlocutore.
Come
ogni altra funzione, anche quella del nostro apparato neuro-psichico avviene a
spese di energia che è di natura elettrica, che viene prodotta mediante una
complessa cooperazione di strutture specializzate come organi (dell’apparato
respiratorio fornitore del comburente, l’ossigeno; di quello digerente
fornitore di sostanze combustibili; grazie al fegato fornitore del principale
combustibile, il glucosio a sua volta metabolizzato dal pancreas). Vie nervose
che, come cavi elettrici, conducono stimoli dalla centrale alla periferia e da
questa alla centrale. Mentre complessi sistemi enzimatici catalizzano le
diverse reazioni bio-chimiche appunto per la produzione di energia.
Sempre
con la cooperazione di quanto appena accennato, essa si trasforma in energia
calorica, motoria ecc.: così come in casa, inserendo in una presa di corrente
collegata con un apparecchio si ottiene un determinato effetto a seconda della
natura di tale apparecchio (radio, frullatore ecc.), analogamente avviene per i
diversi organi specializzati per specifiche funzioni, secondo le direttive
delle relative informazioni genetiche.
Per
quel che riguarda la nostra centrale operativa, può giovare considerarla nei
suoi tre livelli di organizzazione che, nell’evoluzione filogenetica, mentre si
è arricchita quantitativamente e qualitativamente fino a rendere possibile il
livello di Homo sapiens sapiens, tuttavia, per quel che concerne il livello
filogeneticamente più antico, è rimasta essenzialmente anche per la nostra specie,
più o meno quella delle specie animali, dai grandi rettili in su.
Questo
livello, detto “cervello da rettile (P. MacLean) assicura, oltre alla sopravvivenza
individuale biologica, quella delle relazioni in seno al branco: quindi anche
la lotta per la posizione gerarchica nel branco (per la nostra specie potrebbe
essere la prima molla per il potere, l’egemonia ecc.).
Come
già detto nel precedente articolo (su: movimentosalvemini.blogspot.it), per il
suo funzionamento e connesso processo di mielinizzazione, provvede Madre
Natura, ossia il genoma con le sue informazioni. Tale processo
pare avvenga secondo un principio di priorità, a sua volta in rapporto al grado di importanza
ai fini della sopravvivenza. Ragion per
cui, ad esempio, la funzione del ciucciare
si sviluppa già tra il secondo e il terzo mese della vita intrauterina,
in modo che già alla nascita il neonato
abbia ben assicurata questa essenziale funzione.
Posto che l’entrata in funzione di ogni struttura
neuronale presuppone la sua mielinizzazione, per quel che concerne la corteccia
cerebrale, le cui funzioni si attuano anche nella altre specie, pare che per la
nostra, entrino naturalmente in funzione quelle aree che giovano alla messa in
atto dei modelli comportamentali di base proprie del primo livello. Insomma,
naturalmente, sussisterebbe un specie di egemonia di questo livello fintanto
che, mediante appropriate prestazioni parentali, non si sviluppino strutture
proprie del livello umano (lobi orbito-frontali), ossia fino a che non sia bene
avviato il processo di umanizzazione.
Siccome: per l’attuazione di alcuni modelli
comportamentali di base, proprie del cervello rettiliano si richiedono
strutture della corteccia, come quelle delle aree senso-motorie; la territorialità,
che nelle altre specie si limita al territorio propriamente detto (ossia a
quello fisico), mentre nella nostra si manifesta, oltre che come sciovinismo,
anche in modo simbolizzato (come area o
campo di competenza burocratica, scientifica, professionale in genere e, forse,
anche come privacy), viene da chiedersi
se ciò non avviene ad opera del cervello
da rettile: non solo. Ma in che modo questa presunta egemonia di questo livello
di organizzazione cerebrale cederà il passo ai lobi orbito fontali per la loro
funzione di cervello immaginante-creativo (Henri Laborit)? In che percentuale ciò si è verificato e si verifica nella nostra collettività?
I metodi correnti
di allevamento dei nostri cuccioli non appaiono ancora tali da assicurare lo
sviluppo e la maturazione neuronale tale per avere una qualità di vita e di convivenza
così come sarebbe auspicabile e che per tanti appare scontata. Appare in progresso la consapevolezza che risultano funzionali per interessi di mercato, forse meno che sono più o meno
consapevolmente finalizzati per tenere a bada i piccoli,
secondo proprie esigenze.
Di particolare
interesse è quel che è stato evidenziato dalla Scuola di MacLean: ciascuno dei
tre livelli di organizzazione cerebrale ha un proprio linguaggio, con un
proprio codice sia per qual che riguarda la ricezione di stimoli e messaggi, sia per quel che riguarda la
risposta.
Così per il cervello da rettile è.
il linguaggio verbale convenzionale, è incomprensibile: potrà cogliere
l’espressione del viso, lo sguardo, tutto ciò che fa parte del linguaggio del
corpo: essenzialmente quello del corpo.
Pertanto recepisce stimoli chiave (per es. caratteristiche proprie di un
cucciolo o di tipo erotico) e risponde automaticamente secondo uno dei modelli
comportamentali di base, quale può essere tenerezza e cure parentali o
attivazione di tutto ciò che determina l’attrazione e i rapporti erotici
Si
ricorda che la Scuola di MacLean ha individuato ben 24 modelli comportamentali
di base.
Il
linguaggio delle strutture che fanno parte del secondo livello, o cervello da
mammut è di natura prevalentemente emotiva.
Tutto
ciò che riguarda i comportamenti di cui siamo consapevoli viene governato dalla
corteccia, mentre, come già accennato, le funzioni più evolute dai lobi orbito-frontali
o cervello immaginante-creativo.
Il
rilievo, specialmente da parte di docenti, riguardante la carente comprensione
di testi scritti da parte di tanti studenti, potrebbe dipendere, a
sua volta, da carenze parentali come quelle sopra accennate, atte a promuovere
i processi maturativi dei livelli di organizzazione cerebrale oltre
quello rettiliano.
Ovviamente,
anche da questo punto di vista, si può presentare tutta una gamma di
condizioni, ulteriormente aggravata da quegli espedienti, spra accennatti,
adottati come “educativi”.
Si
ribadisce ancora l’assunto (perciò tutto da dimostrare) che il cervello
umano è geneticamente programmato per la
lotta e per l’autoaffermazione, non
solo: per la carenza di sviluppo, di strutture umanizzanti, non vengono
recepiti appelli etici, richiami al senso di responsabilità … perfino una madre, non solo potrà non provare tenerezza
per la sua creatura appena nata; ma,
addirittura ostilità (già in precedenti
articoli attribuii i motivi al fatto che potranno prendere il sopravvento
risentimenti repressi nei confronti di
chi le aveva sottratto cure parentali e che vengono trasferiti sul/(la)
figlio/a).
POSTULATI:
Se
l’entrata in funzione di ogni struttura neuronale procede di pari passo con il
processo della mielinizzazione, la
constatazione che l’attività del “ciucciare” è essenziale per la
sopravvivenza del più a lungo incompetente tra i cuccioli, quello d’uomo, può
significare che le informazioni genetiche attivino le diverse funzioni secondo
un principio di priorità.
Una
sommaria verifica dei comportamenti che appaiono predominanti nel nostro contesto sociale
rende l’impressione che essi rientrino tra quelli facenti parte dei 24 modelli comportamentali
di base individuati dalla Scuola di Paul MacLean, ossia del livello di organizzazione cerebrale che
abbiamo in comune con altre specie (V. teoria del cervello uno e trino, in
particolare: cervello da rettile).
Siccome
per la messa in atto di tali modelli
comportamentali occorrono strutture di
livelli più evoluti, quali le aree senso motorie e alcune del linguaggio convenzionale, si presuppone che ciò avvenga con una specie di egemonico coinvolgimento ad opera del
cervello rettiliano che potrà rimanere nel ruolo di regista
a tempo indeterminato.
Ricadute sul mondo
del lavoro
La progressiva meccanizzazione che sostituisce
sempre più il lavoro bracciantile e operaio e le più avanzate
esigenze di prestazioni qualificate anche nell’agricoltura e nel
terziario finiscono per accrescere anche il triste fenomeno della
disoccupazione, anche perché divengono sempre più difficilmente occupabili
soggetti meno dotati e meno qualificati che tradizionalmente lavoravano in
settori che in passato avevano minori esigenze.
Pertanto
sempre più i demografi dovrebbero attenersi alla qualità delle
condizioni di vita ed educative delle future generazioni e puntare di
meno sulla natalità con criteri quantitativi, numerici.
Ricadute a livello socio politico
Siccome la predominanza del livello rettiliano limita
la comunicazione al linguaggio del corpo (gestualità, tono della voce ecc.),
tra i rischi più temibili che si corrono vi è quello che una popolazione di elettori
possa rimanere fortemente influenzata
da chi “Un Marcel diventa”... “ogni villan che parteggiando viene”,
recependo messaggi dal tono della voce, dalla gestualità ecc..
Ripercussioni sul piano etico
Sia pur vedendo uno di
tanti documentari televisivi sulla vita animale, si potrà constatare come nelle specie che ci precedono nella scala
filogenetica sussistano comportamenti che, se
attuati da noi, sarebbero
stigmatizzati come immorali o addirittura criminali: comportamenti
predatori, agguati mortali, alleanze finalizzate alla cattura anche di cuccioli
ben protetti dai resto del branco. Perfino da parte di insetti, come le
formiche, avvengono rapimenti e riduzione in stato di schiavitù per prestazione
di lavori forzati ecc.
Questi ed altri
comportamenti censurabili e censurati
anche penalmente nella specie umana sono possibili perché nel primo livello di
organizzazione anche del nostro cervello sono attivabili modelli
comportamentali di base tesi ad assicurare non solo la sopravvivenza individuale
e l’ottenimento di un rango più vantaggioso, bensì pure un’affermazione ottimale della specie.
Grazie (nella
fattispecie purtroppo) all’arricchimento strutturale e, quindi funzionale del
cervello umano, gli vengono consentite ulteriori, quantitativamente e
qualitativamente, prestazioni anche sul
versante più eticamente negativo: quanto per
indicarne una qualità
propriamente umana, la perfidia (malvagità e chi più ne ha più ne
metta!).
Ma ancora di più, per i
peggiori comportamenti umani, sono responsabili gli espedienti (erroneamente
ritenuti educativi) con i quali, di solito in buon fede, si
allevano i figli, in fondo, rispondenti di più a esigenze di chi li
accudisce.
Strumenti di tortura
conservati nei musei ci rendono un’idea della spietatezza delle “umane belve” (Ugo Foscolo) sin dai
primi albori della nostra specie.
(Questo articolo, invece, è di qualche
tempo fa, già uscito sul periodico del Mov. Salvemini)
“EVVIVA IL POPOLO CHE APPLAUDISCE TUTTE LE COSE CHE NON CAPISCE”
Questo che era il ritornello della
sigla di una trasmissione dell’immediato dopoguerra si può considerare
ancora un handicap per una democrazia
composta da cittadini, sufficientemente maturi, adulti non solo per l’anagrafe,
bensì capaci di ragionare con la propria testa, di valutare in modo soddisfacentemente autonomo la situazione
politica.
Sia pure con il senno di poi, basti
pensare a come si è risposto al referendum , oltre che a quello della Monarchia/Repubblica ad altri
più recenti, quali la eliminazione del
Ministero dell’Agricoltura e (indipendentemente dal fatto se sia ancora
opportuno o no costruire centrali nucleari) al referendum per rinunciare
all’uso dell’energia atomica dietro l’onda emotiva dell’incidente della
centrale atomica di Chernobyl.
In effetti molte delle decisioni
referendarie o plebiscitarie sono avvenute e avvengono tuttora sotto la
suggestione di eventi contingenti carichi di emotività amplificate dai mass
media.
Purtroppo ogni tipo di leader è
dotato di eccezionale potere suggestivo, nel senso che sa toccare le corde
dell’animo (della pancia) e le “suona” a suo piacimento in modo da ottenere
quel consenso popolare di cui anche i despoti sentono il bisogno. Si pensi a
quanti leader militaristi riuscirono a trascinare in sanguinosi scontri intere
generazioni di giovani..
Quando un leader ricorre al
populismo, può risultare pericoloso anche sul piano politico, la democrazia
stessa corre gravi pericoli
Alla base di tutto c’è la carente maturità
dei livelli di organizzazione cerebrale ( come già detto a proposito del processo di
mielinizzazione. Sotto questo profilo l’argomento è stato affrontato da autori
come Eric Fromm e Winnicot.) e l’analfabetismo politico dei cittadini (N.B: anche su questo argomento è stato pubblicato
un articolo sul periodico del M. Salvemini-… riporto in calce una testimonianza da una delle tante mail inviate sull’attuale
situazione politica…),
Fatto sta che un rapporto direttivo,
mentre offre una specie di corazza (carapace) protettiva, deresponsabilizza, ma
il senso di sicurezza è affidato alla durata del rapporto del dipendente con il
tutore: dura finché dura!
Un “metodo educativo” improntato
alla direttività che non lasci sufficiente spazio alle potenzialità
autoregolatrici dell’educando costituisce un pregiudizievole impedimento alla
crescita della persona, che rimane dipendente da chi detiene il potere, da chi
concepisce l’opera educativa come esercizio di potere e non di servizio, mentre
una pedagogia illuminata da appropriate conoscenze e adeguate attitudini
rappresenterebbe la via che favorirebbe lo sviluppo di ogni cittadino capace di
far parte di una vera democrazia.
PER PREVENIRE
VECCHI ERRORI DA ANALFABETISMO POLITICO
TESTIMONIANZA
Ero
adolescente quando, nel dopo guerra, si guardava con speranza il nascere della
“democrazia”, si applaudivano i nuovi politici nella certezza che, a guidarli, sarebbero stati i principi
evangelici di eguaglianza, solidarietà, giustizia…Purtroppo, salvo i primi anni
di governo, dove realmente la necessità della ricostruzione era al primo posto,
col crescere del benessere anche le problematiche personali hanno preso il sopravvento. E le
conseguenze della “mala-educazione politica” (situazioni di inferiorità
penosamente subite sin dai primi anni di vita che, per un meccanismo ancora di
coazione, spingeranno, per rivalsa, ad appropriarsi ad ogni costo di posizioni
di potere), si sono palesate sempre più, fino a sfociare, ai nostri giorni, nei
fenomeni di mal costume, corruzione, mal affare così diffuso e dilagante che ci
sommergono. Cogliendo questo momento di transizione fino alle prossime
elezioni, sarebbe auspicabile che i mass-media aiutino la popolazione a prendere
coscienza di questa realtà (che, permanendo le conseguenze di atavici errori
“educativi”, non cambierà solo con la
elezione di nuove figure), che solo potrà mutare con la creazione di “gruppi di
cambiamento sociale” orientati da esperti del settore e rivolti in primis a
coloro che aspirano a far politica, ma che poi siano estesi alla popolazione
tutta.
Sarà
perché atteggiamenti e comportamenti di
una considerevole percentuale della popolazione provenivano dal cervello
rettiliano che il filosofo-poeta recanatese lamentava che la sorte l’aveva
“dannato a consumar l’età verde in questo natio bordo selvaggio, intra una
gente zotica, villana…” e l’autore della Chimica in Versi, Alberto Cavaliere ,
altrettanto ironico filosofo, aveva
preso spunto dal brano dedicato al sodio
(cloruro) per rendere un’immagine della
popolazione da lui osservata, così: “ lo vende libero, lo vende in pacchi il
più recondito sale e tabacchi (eppure spiegami simili arcani) manca in moltissimi cervelli umani”.
La
situazione attuale è soddisfacentemente
diversa?
Se
i metodi tradizionali ritenuti educativi
continuano a informare le nuove generazioni
con metodi (più precisamente, ancora, espedienti) che non siano
appropriatamente illuminate da quanto potrebbero attuali conoscenze, in particolare in materia di psicopedagogia, varrà ancora la sentenza di
Albert Einstein: “«Follia è fare sempre la stessa cosa aspettandosi risultati diversi».
Rischieremmo
di inseguire chimere ideologiche aspettandoci che cambiando l’ordine e anche i
fattori (ossia leader) si ottenga un nuovo corso della nostra storia.
Per la maturazione delle
strutture cerebrali (che vanno di pari passo con il processo di
mielinizzazione), gioca un ruolo essenziale il corpo della
mamma, poiché tali strutture maturano grazie a specifici neurormoni la cui
secrezione dipende dalla condizione bioenergetica dell'organismo
materno. Questo, a sua volta, sarà stato, a suo tempo, dotato
di un soddisfacente tasso di ossitocina e altrettanto salutare
economia-bioenergetica.
Così la madre sarà in
grado di attivare il sistema endorfinico ed altri neurormoni che gioveranno
per la maturazione di tutto il sistema nervoso, mentre il figlio sarà in
grado di usufruire di tutte quelle cure materne, coccole comprese. Ricordo
che il deprivato di cure parentali, non solo non godrà delle
carezze (anche secondo l'accezione dell'analisi
transazionale), ma le rifiuterà mostrando fastidio.
Per il processo
della relazionalità oltre il rapporto simbiotico, acquisita la fiducia di
base, sarà essenziale la gradualità dei passaggi da un tipo di
rapporto a un altro, senza che ciò comporti per il figlio perdita dei
precedenti vantaggi. Si ricorda che i suo tipo di rapporto è
strumentale: l'altro esiste in funzione della soddisfazione immediata dei
propri bisogni.
Senza
le suddette condizioni dell'organismo materno. Tutto ciò che si fa per
prepararsi in senso tecnico, gioveranno
poco o nulla.
In
definitiva ancora una volta si ribadisce l’esigenza di qualificati servizi
territoriali, oltre che per l’opera di
sostegno e di counseling permanente, anzitutto in senso preventivo: sia per
affiancare gli operatori scolastici, sia
per un’illuminata preparazione degli
aspiranti genitori per i quali si
richieda l’avvio a soluzione di quasi
immancabili problemi che interferirebbero
con le loro prestazioni parentali
educative ,nel senso proprio del termine.
I più perversi comportamenti degli umani possono essere dovuti anche al venir meno della funzione delle “strutture e degli umori umanizzati” ad opera di processi patologici a carico del cervello (V. sulla stessa pagina del blog M. Salvemini gli articoli su Priebke e quello su Adriano Olivetti al cui cervello superdotato di neuroni specchio e di ossitocina (si può considerare oltre che come l’ormone dell’empatia, anche del coraggio, poiché inibisce reazioni di paura dell’amigdala’) somiglia quello di Giorgio Perlasca.
I più perversi comportamenti degli umani possono essere dovuti anche al venir meno della funzione delle “strutture e degli umori umanizzati” ad opera di processi patologici a carico del cervello (V. sulla stessa pagina del blog M. Salvemini gli articoli su Priebke e quello su Adriano Olivetti al cui cervello superdotato di neuroni specchio e di ossitocina (si può considerare oltre che come l’ormone dell’empatia, anche del coraggio, poiché inibisce reazioni di paura dell’amigdala’) somiglia quello di Giorgio Perlasca.
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