TRUMP HA OSATO CHIAMARE “PATRIOTI” QUELLI CHE HANNO DATO L’ASSALTO AL CONGRESSO
L’aver elogiato per quattro
anni i suprematisti bianchi (sovranisti e razzisti) ha prodotto frutti
avvelenati il 6 gennaio u. s. quando, con le armi in tasca e con il volto
coperto, hanno dato l’assalto al Congresso U.S.A., hanno occupato l’Aula ed
hanno devastato gli uffici dei parlamentari.
Tra i rivoltosi c’era anche un pittoresco
sciamano con un elmetto cornuto. Ha occupato il seggio della presidente della
Camera urlando frasi incomprensibili. Un altro ha portato via il leggìo. Un
altro ancora voleva perfino uccidere alcuni deputati. Il mondo ha assistito ad
un tragicomico tentativo di colpo di Stato, concluso con l’impeachment di Trump
per “incitamento alla sovversione”.
E’ scandaloso soprattutto il
fatto che Trump li ha chiamati “patrioti”. Chissà quale tipo di patria lui ha
nella mente. Per due mesi ha blaterato di essere stato vittima di brogli
elettorali che non sono stati mai accertati dopo 60 ricorsi giudiziari e che
sono stati negati perfino dalla Corte Suprema (nella quale la maggioranza dei
giudici è filo-trumpiana).
Sembrano, pertanto, maturi i
tempi per sperimentare, negli U.S.A. e negli altri Stati occidentali, il
sistema di rappresentanza popolare (ideato da Clistene nell’antica Grecia nel
quinto secolo a.C. e perfezionato da Pericle) recentemente denominato
“random-crazia” da alcuni docenti della Stanford University di California.
Riteniamo che questa è
l’unica via percorribile per garantire trasparenza nella selezione dei
rappresentanti del popolo, per assicurare pari opportunità tra ricchi e poveri
e per eliminare il famigerato “voto di scambio”, che da oltre un secolo è fonte
di vile clientelismo e di corruzione morale.
12 gennaio 2021 Il Consiglio
Direttivo del Movimento Salvemini
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