lunedì 24 settembre 2012

Sotto il fascismo agivano le corporazioni, oggi si chiamano lobby

La principale causa della democrazia italiana è costituita dalle collusioni tra malavitosi e gran parte dei politici. Per "malavitosi" bisogna intendere, anche i faccendieri ed i manovratori di appalti di opere pubbliche. tra questi ultimi è facile trovare coloro che hanno interesse a finanziare le campagne elettorali di molti politici, locali e nazionali. E' di lapalissiana evidenza il fatto che elezioni è fonte di corruzione; e fa rima con illusione (gli oligarchi propinano la favoletta che le scelte politiche siano effettuate dal popolo sovrano).
Vero è che gli illeciti finanziamenti ai partiti provocano enormi danni all'economia del paese perché le spese per lobbyng (e quelle per pizzo) fanno aumentare i costi di produzione di molte imprese, con conseguente incremento dei prezzi di beni e servizi.
In ultima analisi, a pagare le conseguenze di tale circuito perverso sono i consumatori.
Sotto il regime fascista gli oligarchi delle Corporazioni pilotavano la funzione legislativa per tutelare i propri interessi economici.
Oggi la situazione è analoga: i lobbisti influenzano le scelte del Legislatore perché finanziano (illecitamente) gli apparati dei partiti e le campagne elettorali. Si tratta di squallidi sotterfugi sui quali i mass media preferiscono tacere. I risultati sono disastrosi; moltissimi elettori vanno a votare con gli occhi bendati.
Ben pochi sanno, ad esempio, che il salvataggio dell'Alitalia è costato quattro miliardi di euro (per mala gestione e per super-retribuzioni pagate a super-manager).
E' scandaloso che con denaro pubblico vengano soddisfatti interessi privati.
i ciarlatani del teatrino della politica auspicano la "crescita" economica del Paese ma non hanno ancora capito che tale crescita non ci sarà finquando la pressione fiscale non scenderà al di sotto del 30%. Gli imprenditori, i lavoratori e i pensionati dovrebbero avere più denaro in tasca per incrementare la domanda globale di beni e servizi, non essere tartassati da esose imposte e da balzelli di vario genere per sostenere i costi abnormi delle Istituzioni. Sarebbe auspicabile per tutti che la prossima manovra finanziaria venga intitolata con le seguenti parole "Contribuente italiano, santo subito!".

Cosmo G. Sallustio Salvemini

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