Il “Movimento Gaetano
Salvemini” compie 50 anni, l’evento celebrativo si è svolto il giorno 5
novembre 2012 nella sala della Protomoteca in Campidoglio. Il “Movimento
Gaetano Salvemini”, nato a Roma il 16 ottobre del 1962, su volontà di 200 esponenti
della politica e delle istituzioni tra i quali: Ferruccio Parri, Piero
Calamandrei, Giuliano Vassalli, Norberto Bobbio, Saverio Nitti, Alberto Moravia,
ha l’obiettivo di promuovere e sostenere l’azione e gli ideali di Gaetano
Salvemini, grande intellettuale, storico, politico e antifascista italiano
scomparso nel 1957.
L'evento, voluto dal prof. Cosmo
Giacomo Sallustio Salvemini, che da 32 anni guida il Movimento dedicato
all’azione e alla vita di uno dei padri della Repubblica, è stato organizzato
con il patrocinio del Ministero Affari Esteri, dell'Unione Italiana
Associazioni Culturali, del periodico “L’Attualità” e della scuola di
giornalismo “Gaetano Salvemini”.
Tra le presenze illustri: Pino
Aprile (scrittore-giornalista), Giorgio Bosco (ambasciatore), Francesco
D’Episcopo (docente università Federico II di Napoli), Felice De Sanctis
(direttore “Quindici-Molfetta”), Gino Falleri (giornalista), Riccardo Giordani
di Willemburg (presidente “Norman Academy”), Livio Ghersi (politologo), Fabio
Grassi Orsini (docente di Storia Università Luiss), Albano Laporta
(pubblicista), Stefano Madonna (ammiraglio), Nino Petrosino (presidente
Associazione italo-americana “Joe Petrosino”), Carlo Morganti (avvocato),
Nicola Oddati (docente di Storia Contemporanea università di Salerno), Guido
Ravasi (segretario generale Fondazione Europea Dragan), Giuseppe Siano (docente
di Filosofia), Raffaele Vacca (Gen. Div. aus. CC.), Salvatore Veltri (vice direttore
editor’s “L’Attualità”). Antonio Bartalotta (capo ufficio stampa). Ha moderato
gli interventi: Gabriella Di Luzio.
Nel corso della cerimonia si è
svolto il convegno dal titolo “Quali
riforme istituzionali per salvare l’Italia?” hanno preso la parola i
diversi esponenti di
spicco del mondo accademico, istituzionale, civile. Tutti gli interventi sono
stati caratterizzati dalla commemorazione di Gaetano Salvemini con un occhio volto
al futuro del nostro paese. A 50 anni dalla creazione del Movimento risulta, ancora
attuale l’insegnamento di Gaetano Salvemini: il suo essere positivo e il suo
“non mollare”
Nel corso della celebrazione è stato presentato anche l’ultimo
libro del prof. Cosmo Giacomo Sallustio
Salvemini “Democrazia degenerata”. Nel suo libro Salvemini junior fornisce
una ampia disamina delle ragioni che hanno portato alla degenerazione del
sistema politico italiano: corruzione, pressioni delle lobby, sistema
elettorale, l’incapacità di fornire risposte valide e condivise dai cittadini
ma anche gli scandali, le pressioni internazionali, il sistema economico, la
distanza dei cittadini dalle Istituzioni. “Nel sistema italiano, dominato dalle
lobby è necessario che ci sia una voce libera, e quale potrebbe essere se non
la voce che si chiama Movimento Gaetano Salvemini?” dice il prof. Cosmo Giacomo Sallustio Salvemini nel
corso del suo intervento, e continua: “Non bisogna mai lasciarsi condizionare
dai poteri forti, bisogna attuare la vera democrazia che si è ammalata; un po’
perché si è appannato il senso civico, un po’ perché i poteri dominanti tendono
a far credere di aver edificato la democrazia ma non è così, basta vedere il
sistema elettorale, il Porcellum e il Super Porcellum imperniato, ancora una
volta, sul “metodo Caligola”.
Antonio Bartalotta, nel corso del
suo intervento ha presentato il progetto per una ulteriore apertura del
Movimento, attraverso il potenziamento del blog, strumento indispensabile per
arrivare ai giovani e favorire una più ampia partecipazione democratica. In
omaggio a Gaetano Salvemini, ha fatto leggere la lettera che Gaetano Salvemini
indirizzò allo scrittore Carlo Placci nel 1898. “La lettera è di forte
sensibilità ed esprime quel senso di ribellione che ha contraddistinto l’intera
vita di Gaetano Salvemini” ha detto Antonio Bartalotta. E’ stata grande
l’emozione che ha saputo trasmettere Barbara Amodio, attrice di teatro,
alla lettura della lettera, in
particolare su alcuni passi: “La rassegnazione è la filosofia dei
soddisfatti” e ancora “Io vorrei
essere un rassegnato, ma non posso”.
Testo integrale della lettera
LETTERA DI GAETANO SALVEMINI
A CARLO PLACCI 15 GIUGNO 1898
A questo mondo si rassegna solo chi non ha
bisogno di fare altrimenti. La rassegnazione è la filosofia di chi non è obbligato
a lavorare sempre col dubbio di perdere il lavoro, a lottare sempre col dubbio
di rimanere sconfitto nella lotta, a dormire sempre col dubbio di svegliarsi e
di trovarsi affamati. La rassegnazione è la filosofia dei soddisfatti. La
ricchezza fra gli altri vantaggi che procura, procura anche quello della
rassegnazione. Io credo che se Lei da bambino avesse sofferta la fame e
l’avesse sofferta in compagnia dei Suoi fratelli e della Sua mamma, se Lei
dovesse vivere sempre nell’incertezza del domani, se Lei dovesse vedere davanti
a sé sempre la minaccia di vedere i Suoi figli soffrire la fame, come Lei la
soffrì quando era bambino, io credo che la filosofia della rassegnazione non
sarebbe fatta per Lei. Obbligato a lottare ogni minuto, finirebbe col prendere
l’abitudine alla lotta, finirebbe col dare gran valore a ogni piccolo sforzo
che dovrebbe fare a ogni momento per allontanare il dolore e per avvicinarsi
alla felicità, finirebbe col convincersi che l’uomo non deve sospendersi al
filo tenue del soprannaturale, mentre la bufera della vita minaccia di
travolgerlo.
Io vorrei essere un
rassegnato, ma non posso. Quand’anche riuscissi a diventare un arciricchissimo
e vedessi con sicurezza l’avvenire mio e della mia famiglia, io continuerei ad
essere sempre un ribelle, perché il mio cervello in venticinque anni di vita
oramai ha preso la sua forma. Forse vedrei i miei figli godere dei frutti del
mio lavoro e fare i… rassegnati, perché nascendo troverebbero la culla piena di
fiocchi di cotone, mentre io l’ho trovata piena di torsi di granturco.
Daniela Piron
Nessun commento:
Posta un commento