Dal 1948 ad oggi le responsabilità degli oligarchi dei partiti sono così numerose da non poter essere elencate nemmeno in sintesi. La più grave appare quella che si potrebbe definire “menefreghismo” nei confronti
delle classi sociali disagiate e della disoccupazione in aumento. Tale insensibilità (tipica dei satrapi orientali del Medioevo) è odiosa agli occhi del popolo perchè caratterizza una casta di politicanti di mestiere (incapaci di legiferare assennatamente) che si ostinano a mantenere smaccati privilegi economici e sociali. Sono, peraltro, individui sordi e ciechi: non sentono le accuse della gente e non vedono la marea dei dissenzienti che
li sta travolgendo. Non sono riusciti a disciplinare con legge l’opaca vita interna dei partiti che dovrebbero “concorrere con metodo democratico a determinare la politica nazionale” (art. 49 della Costituzione). Sanno,
però, insediare i loro “ascari” nelle banche, negli enti pubblici, nella Rai e in tutte le altre stanze dei bottoni. Sono bravi nello sperperare il pubblico denaro e nel pilotare gli appalti di opere pubbliche. Sono “maestri”
nel mantenere in vigore leggi fasciste, nel difendere i super-stipendi dei super-manager, nel lasciare sugli scranni un migliaio di parlamentari fannulloni e una pletora di costosi consiglieri provinciali. Dopo aver deriso
e insultato Grillo per molti anni adesso (dopo il suo travolgente successo elettorale) lo invitano a far parte di un governo qualsiasi che “salvi la Patria” dal baratro economico-finanziario in cui è precipitata. Questi oligarchi sono “maestri” di ipocrisia perché la Patria poteva essere salvata, molti anni fa, tagliando gli scandalosi costi della politica e delle Istituzioni, stroncando la corruzione che regna nei Palazzi, attuando le proposte di moralizzazione avanzate dal Movimento Salvemini (e pubblicate nei noti Quaderni) da 50 anni ad oggi. C’è un solo modo per risolvere la grave crisi attuale: nuova Assemblea costituente per una nuova Carta costutizionale fondata sulla Demo-Sorte-Merito-Crazia (ideata e attuata nella Grecia antica dai sommi giuristi Solone, Efialte, Clistene e Pericle dal 506 al 322 a. C.). Era un sistema pulito e imparziale per selezionare
i galantuomini e per consentire al popolo di essere sovrano. Sarebbe rimasto in vigore molto più a lungo se non fosse stato travolto dalle barbare falangi di Filippo il macedone. Peccato che i politicanti di mestiere ignorino la Storia!
Cosmo G. Sallustio SalveminiL'ATTUALITA' APRILE 2013
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