RAPPORTO UOMO –
NATURA TRA LE PIU’ GRANDI RELIGIONI DEL MONDO
Le 3 religioni monoteiste:
ebraismo, cristianesimo e islamismo, hanno in comune alcuni passi dell’Antico
Testamento. Credono in un solo Dio spirituale, unico al di sopra di tutto.
Energia, movimento, o, come dice S. Tommaso, motore immobile che tutto muove,
ma non è mosso, cioè non ha tempo e spazio, come invece tutte le cose da Lui
create.
I simboli di queste 3 religioni
sono: la croce per i cristiani, la stella e la luna per i mussulmani e la menorah
per gli ebrei.
Simboli a prima vista aperti, che
indicano già la ricerca verso qualcosa al di là della nostra stessa esistenza.
Nel simbolo della Croce, l’anelito verso Dio e verso gli uomini
Dio
← ↑ → Uomini
↓
esprime il profondo impegno per
il sociale, oltre che la ricerca dell’assoluto. Invece nelle due più grandi
religioni orientali: il buddismo e l’induismo, il cerchio
Karma
è l’evidente perpetrarsi del
circolo stesso della vita, che ritorna ad essere indissolubilmente, per cui
tutto è nella metempsicosi per gli induisti e cioè la trasmigrazione delle
anime espanse in tutto il creato. Quindi l’anima ritorna nel ciclo ad essere, a
seconda del comportamento di vita, un essere minuscolo come un insetto, o un
uomo ricco e potente, che è premio all’impegno svolto nella precedente
esistenza. Ecco perché si giustifica il profondo rispetto per tutte le
creature, non solo umane, ma anche animali e vegetali, soprattutto per quelli
considerati iniziatori di vita, come i vermi, progenitori della specie.
Pan = tutto, teismo = Dio, quindi
Panteismo = tutto è manifestazione di Dio. L’uomo appartiene a questo tutto e
non occupa un posto privilegiato nella scala biologica, ma ne fa parte, egli è
un microcosmo nell’universo. Attraverso il Samsara, questa ruota che fa
trasmigrare le anime, si raggiungerà poi il massimo del benessere. La natura è
testimone di tutte le manifestazioni di Dio, negli animali, nell’uomo, e queste
sono rappresentazioni della Trimurti: Brahma, Visnù e Shiva.
Anche nella religione buddista il
cerchio, Karma, indica che tutto ritorna ad essere, ma l’anima resta
prerogativa dell’uomo, quindi la reincarnazione è l’espressione tipica della
catarsi che, attraverso le varie vite vissute, avviene l’evoluzione
dell’umanità stessa. Punto di arrivo è il Nirvana, Paradiso dove non esistono
più le passioni mosse dal desiderio, infatti è proprio quest’ultimo che rende
infelice l’uomo, insoddisfatto e continuamente alla ricerca di qualcosa che non
riuscirà mai a trovare, così si manifesta la sua infelicità. Allontanarsi da
ogni desiderio, rende l’uomo forte in una situazione di stasi completa definita
Nirvana.
L’uomo non deve essere legato a
nessuna cosa materiale, perché tutto si dissolve e crea una illusione. Buddha,
nella sua ricerca spirituale, non si è posto la tematica di Dio, ma la ricerca
interiore per essere libero da ogni condizionamento, addirittura libertà dal
cibo stesso, infatti egli, in vecchiaia, si alimentava solo di pochi grani di
riso. La forza interiore si riceve solo dal distacco da ogni forma di dipendenza.
Infatti il digiuno è visto, in tutte le religioni, come una forza da cui
attingere lucidità e ogni capacità umana di decisione. La psiche così non è
condizionata dalle mollezze della quotidianità dell’esistenza. La forza di
decisione, anche sulle proprie necessità corporali, è fonte di straordinaria
sussistenza emblematica sul proprio io.
In occidente, con S. Francesco
d’Assisi, abbiamo avuto un nuovo modo di rapportarci con la natura. L’uomo nel
Medioevo aveva timore di tutto ciò che lo circondava: dall’acqua al fuoco,
forse perché bastava una scintilla per bruciare intere abitazioni, la morte
vista come punizione e il lupo aggressività che S. Francesco ammansisce. Grazie
a questo nuovo modo di rapportarsi con la natura, S. Francesco fa prendere
coscienza dell’incontro dell’uomo con l’universo intero. Egli diventa un macrocosmo.
Il Cantico delle Creature rappresenta una grande meditazione sulle
manifestazioni del Creato, oltre ad essere un nuovo modo di fare poesia nel
grande patrimonio letterale italiano. Le creature che circondano l’uomo sono
manifestazioni dell’amore di Dio e della grande armonia che lega tutto ciò che
esiste. Questo insegnamento ha caratterizzato la storia del pensiero dell’uomo e
ha dato una nuova visione del rapporto Dio - natura.
Sarebbe auspicabile che noi
occidentali prendessimo coscienza di questo ed avessimo maggiore rispetto per
tutto ciò che ci circonda, in quanto ogni manifestazione della natura ha una
causa e non dovremmo prevaricarla, così come oggi si sta facendo. D’altronde
l’oriente dovrebbe forse fare una distinzione tra l’uomo e gli animali, che non
possono essere definiti, nella scala evolutiva, simili o addirittura più
importanti dell’uomo stesso. Ci vorrebbe quindi una via di mezzo che
riequilibri tutto il sistema. Nella religione cristiana, durante il Medioevo,
alcuni concetti, che riguardavano l’universalismo umano, hanno avuto
ostruzionismo, come nel caso del filosofo Giordano Bruno, considerato dalla
Santa Inquisizione oltraggioso nei confronti della fede perché dava molta
importanza al Creato come manifestazione di Dio. Oggi, grazie ad una forma di
ecumenismo, si cerca l’essenziale nella fede e si concepisce l’uomo di fronte
al Creato come modo di sentirsi uniti in un progetto globale. Nei primi passi
della Bibbia stessa l’uomo appare continuatore della Creazione, mantenendo ciò
che esiste e moltiplicandosi, così come nelle religioni orientali
l’universalismo rende l’uomo più armonioso nel rapporto con se stesso e con la
natura.
Florinda
Battiloro
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