sabato 14 dicembre 2013

Myanmar (ex Birmania): una nuova frontiera di Fiorella Ialongo





Il Governo italiano sta cercando di rafforzare le relazioni  diplomatiche e commerciali con il Myanmar (ex Birmania). In questa linea, tra le iniziative realizzate, merita particolare attenzione il convegno dal titolo: “Diplomazia per la crescita sostenibile”. Essa è stata promossa dai Ministeri italiani degli Affari Esteri e dello Sviluppo Economico in collaborazione con l’OCSE (Organizzazione per la Cooperazione e lo Sviluppo Economico) e l’Osservatorio Asia (organismo che analizza i rapporti economici Italia – Asia). All’evento hanno partecipato il Ministro degli Esteri italiano Emma Bonino, il Ministro dello Sviluppo birmano Aung Naing Oo, il Ministro del Commercio birmano Aung Soe, esponenti di primo piano dell’OCSE, della Confindustria, dell’ENI, oltre ad alti rappresentanti dell’economia italiani e birmani. L’oggetto della conferenza è stato il Myanmar come nuova frontiera asiatica. In altri termini, dopo un lungo isolamento, l’ ex Birmania ha avviato un processo di apertura sia interno, sia esterno che ha prodotto la completa abolizione delle sanzioni che l’ U.E. aveva posto nei suoi confronti (aprile del 2013). È un risultato frutto sia dell’impegno e della forte determinazione dell’attuale Presidente birmano U Thein Sein, sia di un atteggiamento più consapevole nei confronti dei diritti umani che ha permesso libere elezioni. In questo quadro il rafforzamento dei rapporti bilaterali tra Italia  e Myanmar consente, all’ex Birmania, di favorire il processo democratico attraverso un miglioramento delle condizioni di vita della popolazione grazie agli investimenti esteri in settori produttivi. L’Italia, oltre ad un rilievo diplomatico, potrebbe consentire alle proprie aziende una penetrazione più agevole in un mercato dalle buone potenzialità. Attualmente l’interscambio commerciale tra il nostro Paese ed il Myanmar non è molto consistente per i motivi esposti precedentemente, ma vi sono solide basi per un rafforzamento futuro. Il Myanmar ha due punti di forza. Il primo sono le risorse minerarie, il petrolio ed il gas. Per questo è oggetto di forte interesse da parte di compagnie petrolifere internazionali tra cui emerge l’Eni che aspira a diventare interlocutore privilegiato. Il secondo è nell’età media della popolazione che è molto bassa.
Questa giovane percentuale, indice di un “surplus di manodopera”, di una notevole forza lavoro attiva sostanzialmente a basso costo, può rappresentare un elemento positivo di sviluppo come nel caso della Cina anni or sono. Per favorire la sua crescita economica il Governo del Myanmar sta cercando di attrarre investimenti soprattutto nei settori delle costruzioni, dei servizi di informazione e comunicazione attraverso leggi ad hoc. Inoltre, per favorire uno sviluppo sostenibile ha adottato le linee guida dell’ OCSE destinate alle imprese multinazionali. Riguardo alle società ed investitori italiani, le migliori opportunità sono nei settori alberghiero e della ristorazione per chi intende valorizzare il grande patrimonio storico birmano e le migliaia di chilometri di coste, i prodotti dell’agricoltura, della pesca e della silvicoltura. In una fase successiva sarebbe possibile avviare altre attività collegate a quelle precedentemente elencate come la costituzione di una filiera per la lavorazione e raffinazione delle materie prime e loro commercializzazione. Un ultimo aspetto da evidenziare è che l’interesse dell’ Italia al rafforzamento delle relazioni diplomatiche ed economiche con il Myanmar è dato dal fatto che esso è membro dell’ASEAN (libero scambio tra Brunei, Indonesia, Malaysia,
Filippine, Singapore, Thailandia, Vietnam, Laos e Myanmar) di cui l’ex Birmania assumerà la presidenza l’anno prossimo analogamente all’Italia con l’Unione Europea. Una coincidenza che potrà essere positiva per entrambi i Paesi.
Fiorella Ialongo


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