lunedì 26 maggio 2014

Etica addio. Evoluzione tecnica della richiesta di voto di Antonio Bartalotta



In occasione delle consultazioni elettorali Europee non sono mancate le novità per quanto riguarda la modalità di richiesta di voto da parte dei candidati agli elettori. E’ in atto un radicale cambiamento in questo campo. Tempo fa, l’aspirante eletto inviava solitamente una lettera nella quale si faceva sentire molto vicino all’elettore con grande cortesia e cordialità. La richiesta non era fine a se stessa in quanto tra le righe il candidato si rendeva disponibile in caso di bisogno per eventuali situazioni da sanare alla famiglia a cui era indirizzata la lettera. Le città venivano imbottite di manifesti e volantini nei quali il più delle volte veniva raffigurato il candidato seguito dal suo slogan, ma soprattutto, nell’imminenza della consultazione elettorale, si dava corso all’organizzazione di comizi serrati che si svolgevano nelle piazze più importanti delle città. Ora è cambiato tutto. A farla da padrone sono soprattutto i social network. I politici, o aspiranti tali, utilizzano sempre più la tecnologia per farsi propaganda. Molto in voga è Facebook, ma anche Twitter e Whatsapp, quest’ultimo è lo strumento senz’altro più innovativo e forse il più diretto e funzionale in quanto di facile ed immediata letturaconsultabile attraverso un smartphone. Cambia pertanto il modo di farsi conoscere ed è senz’altro positivo l’uso della tecnologia, ma sulle idee e sui programmi del candidato invece cambia sicuramente in modo negativo. Non si conoscono più le finalità di un probabile impegno politico, non c’è più la certezza di affidarsi a qualcuno che possa esprimere veramente il proprio pensiero. Si vota nella speranza di ricevere una contropartita,o comunque un favore. L’elettore non è più in grado di scegliere e si affida molto spesso all’astensione dal voto o a chi potrà tornagli utile in futuro. Si è persa ogni tipo di etica. La raccolta dei voti è finalizzata non più alla missione politica ed all’origine della sua essenza, ma bensì alla soddisfazione di esigenze di carattere personale e non comuni a tutti. Alcide De Gasperi giudicò sempre la sua attività politica e il suo impegno sociale come “missione”, ispirati dagli ideali cristiani e dal legame per la sua terra. Era fermamente convinto che si dovesse mantenere sempre una certa coerenza tra le proprie idee politiche e il proprio comportamento sia nella vita pubblica che in quella privata. La morale doveva essere sempre presente in politica: “Un uomo di stato segue spesso solo le regole e l’etica della politica”. Oggi, purtroppo, abbiamo tanti esempi, troppi, di pseudo-politici che hanno completamente deturpato il significato di “fare politica”. Siamo veramente stufi di sentire sbraitare, di partecipare a turpiloqui che non portano nient’altro che odio tra i contendenti e incertezze a coloro che invece non hanno bisogno di ricevere un whatsapp, ma semplicemente un aiuto per vivere una vita dignitosa che metta da parte definitivamente una lotta iniqua e becera tra personaggi che ormai non rappresentano più nessuno al di fuori di se stessi!

Nessun commento:

Posta un commento