In occasione
delle consultazioni elettorali Europee non sono mancate le novità per quanto
riguarda la modalità di richiesta di voto da parte dei candidati agli elettori.
E’ in atto un radicale cambiamento in questo campo. Tempo fa, l’aspirante
eletto inviava solitamente una lettera nella quale si faceva sentire molto
vicino all’elettore con grande cortesia e cordialità. La richiesta non era fine
a se stessa in quanto tra le righe il candidato si rendeva disponibile in caso
di bisogno per eventuali situazioni da sanare alla famiglia a cui era
indirizzata la lettera. Le città venivano imbottite di manifesti e volantini
nei quali il più delle volte veniva raffigurato il candidato seguito dal suo
slogan, ma soprattutto, nell’imminenza della consultazione elettorale, si dava
corso all’organizzazione di comizi serrati che si svolgevano nelle piazze più
importanti delle città. Ora è cambiato tutto. A farla da padrone sono soprattutto
i social network. I politici, o aspiranti tali, utilizzano sempre più la
tecnologia per farsi propaganda. Molto in voga è Facebook, ma anche Twitter e
Whatsapp, quest’ultimo è lo strumento senz’altro più innovativo e forse il più
diretto e funzionale in quanto di facile ed immediata letturaconsultabile
attraverso un smartphone. Cambia pertanto il modo di farsi conoscere ed è
senz’altro positivo l’uso della tecnologia, ma sulle idee e sui programmi del
candidato invece cambia sicuramente in modo negativo. Non si conoscono più le
finalità di un probabile impegno politico, non c’è più la certezza di affidarsi
a qualcuno che possa esprimere veramente il proprio pensiero. Si vota nella
speranza di ricevere una contropartita,o comunque un favore. L’elettore non è
più in grado di scegliere e si affida molto spesso all’astensione dal voto o a
chi potrà tornagli utile in futuro. Si è persa ogni tipo di etica. La raccolta
dei voti è finalizzata non più alla missione politica ed all’origine della sua
essenza, ma bensì alla soddisfazione di esigenze di carattere personale e non
comuni a tutti. Alcide De Gasperi giudicò sempre la sua attività politica e il
suo impegno sociale come “missione”, ispirati dagli ideali cristiani e dal
legame per la sua terra. Era fermamente convinto che si dovesse mantenere
sempre una certa coerenza tra le proprie idee politiche e il proprio
comportamento sia nella vita pubblica che in quella privata. La morale doveva
essere sempre presente in politica: “Un uomo di stato segue spesso solo le
regole e l’etica della politica”. Oggi, purtroppo, abbiamo tanti esempi,
troppi, di pseudo-politici che hanno completamente deturpato il significato di
“fare politica”. Siamo veramente stufi di sentire sbraitare, di partecipare a
turpiloqui che non portano nient’altro che odio tra i contendenti e incertezze
a coloro che invece non hanno bisogno di ricevere un whatsapp, ma semplicemente
un aiuto per vivere una vita dignitosa che metta da parte definitivamente una
lotta iniqua e becera tra personaggi che ormai non rappresentano più nessuno al
di fuori di se stessi!
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lunedì 26 maggio 2014
Etica addio. Evoluzione tecnica della richiesta di voto di Antonio Bartalotta
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