Le elezioni regionali del 23
novembre fanno fatto emergere un dato chiarissimo: la maggioranza degli
elettori ha voluto manifestare un profondo disgusto nei confronti di un ceto
politico corrotto e incapace di anteporre gli interessi generali della società
agli assurdi privilegi delle caste.
Come il Movimento Salvemini aveva
previsto più di dieci anni fa, il Fronte Astensionista ha superato la soglia
del 60% degli aventi diritto al voto.
Bisogna stigmatizzare l’ennesima
anomalia del nostro meccanismo elettorale: mentre la legge che disciplina il
Referendum abrogativo prevede la soglia del 50% degli aventi diritto al voto
come percentuale minima necessaria per validare il referendum, la legge che
disciplina le elezioni politiche e amministrative – invece – non prevede alcuna
soglia minima.
Ciò significa che, nell’ipotesi
in cui si recasse alle urne soltanto il 10% degli aventi diritto al voto, si
verificherebbe una situazione al limite tra il grottesco e il truffaldino: il
Parlamento e i Consigli degli Enti locali verrebbero “eletti” da un’esigua
minoranza (composta quasi interamente da gente che “lavora” negli apparati dei
partiti politici e da galoppini elettorali).
Con macroscopica ottusità mentale
il ceto politico continua ostinatamente a non tener conto dei suggerimenti
forniti da giornalisti illuminati e da studiosi di Scienze Politiche.
I due terzi degli elettori hanno
bocciato il vecchio modo di fare politica astenendosi dal recarsi alle urne.
Hanno voluto manifestare in
questo modo la loro indignata protesta nei confronti di un sistema di “selezione” di cosiddetti “rappresentanti” del popolo
ancora fondato sul “metodo Caligola”, sul “mercato” delle candidature e delle
poltrone, sull’immorale “voto di scambio”, sugli appalti truccati e sulle
radicate collusioni tra malavita organizzata e malapolitica.
Non è stata ancora abolita
completamente la famigerata legge sui “Rimborsi elettorali” (che eroga denaro
pubblico ad associazioni private) e resta ancora in vigore l’iniqua “legge
Gasparri” (che consente agli oligarchi dei partiti di usurpare la “governance”
della RAI - azienda pubblica - lottizzando tutti gli spazi e manipolando l’Informazione
per orientare - o meglio, per disorientare - l’opinione pubblica).
Di fronte alle numerose proposte
di riforma istituzionale da noi avanzate da oltre dieci anni le vecchie cariatidi della politica
continuano a restare indifferenti. Di fronte alla crescente marea della
protesta popolare continuano a ciarlare nei salotti televisivi mostrando una ineffabile faccia di bronzo.
Resterebbero impassibili perfino nell’ipotesi in cui il Fronte Astensionista superasse la soglia
del 90%. Non si rendono ancora conto che la protesta popolare (finora
manifestatasi nelle periferie di alcune città) potrebbe esplodere all’improvviso
in tutto il territorio nazionale.
Insistiamo, pertanto, nel
lanciare l’ennesimo appello ai leaders di tutte le forze politiche affinchè collaborino
tra loro per agevolare la creazione di nuovi posti di lavoro, per avviare con
urgenza un Piano di edilizia abitativa popolare, per attuare una Riforma
elettorale che metta al bando le varie forme di corruzione politica, per aprire
un ampio dibattito mass-mediatico sull’opportunità di introdurre nel nostro
ordinamento giuridico la Random-crazia imperniata sul “metodo Pericle”
(ovviamente adattato ai tempi moderni), l’unico metodo capace di recidere i
legami ancora esistenti tra le invadenti lobby industriali-finanziarie e gli
oligarchi della politica. Questi perversi legami hanno ucciso la democrazia
autentica.
Invitiamo, pertanto, i leaders di
tutte le formazioni sociali a farsi carico del crescente disagio che affligge
larghi strati della popolazione ed a chiedere al Presidente della Repubblica di
convocare una nuova Assemblea costituente per redigere una nuova Costituzione,
eliminando tutte quelle norme che nel 1948 furono il risultato di atteggiamenti
ipocriti, di vana retorica e di sconcertanti compromessi tra contrastanti
ideologie.
25 novembre 2014. Il Consiglio
Direttivo del Movimento Salvemini
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