MOLFETTA - Cosmo Giacomo Sallustio Salvemini, nipote del più
famoso Gaetano, a cui dedica il volume: “Salvemini - Canaglie e Galantuomini”,
di cui è autore, è un giornalista di origine molfettese, residente a Roma,
nonché docente universitario, scrittore e direttore di alcune autorevoli
testate giornalistiche.
A lui sono state conferiti tanti e importanti riconoscimenti
e premi per la sua attività giornalistica. Dirige una scuola di
giornalismo intitolata al suo famoso pro zio.
Il volume in questione è stato pubblicato per celebrare il 53°
anniversario del Movimento Gaetano Salvemini e viene consigliato ai giornalisti
pubblicisti che frequentano la scuola da lui istituita.
Si tratta di un saggio in cui l’autore fa l’ analisi storica del
contrasto fra i disonesti e gli onesti che si sono succeduti negli Stati e nella
Chiesa, analizzando l’origine storica della corruzione. Non manca un
capitolo dedicato al mercato delle cariche ecclesiastiche e alcuni
episodi relativi a papi del passato
Salvemini si interessa anche del potere gestito dalle lobby,
dell’ esasperante lentezza della giustizia, ma anche di parlamentari condannati
ed indagati. Mette al bando i partiti che mirano a raccogliere
i consensi ed esamina alcuni casi balzati agli onori delle cronache di
truffe, sperpero di denaro pubblico, con situazioni di corruzione in
diverse regioni.
Affronta poi i comportamenti deviati portando ad esempio
Giolitti che chiama ministro della malavita; Andreotti definito il diabolico
manipolatore, ma anche punta il dito contro il fondatore dei Legionari di
Cristo.
Ce ne è un po’ per tutti, uomini potenti in vita e non, legati
alla Chiesa che occupavano importanti e prestigiosi incarichi. Nella terza
parte si esamina la pratica di usare i voti come merce
di scambio e i vari casi di corruzione e brogli elettorali avvenuti in Puglia,
Calabria e Sicilia.
La parte quarta del libro è dedicata alle inspiegabili scelte di
alcuni porporati. Si parla di papa Ratzinger, del cardinale Vallini, del
singolare inquilino del Palazzo Apostolico: il cardinale Bertone.
Salvemini fissa la sua attenzione sull’ ingente patrimonio del
Vaticano e sugli immobili prestigiosi posseduti dalla Santa Sede. Elogia
poi i valori laici considerandoli intramontabili e si fa fautore della
separazione della politica dalla religione.
Vengono poi affrontati come argomenti: il testamento biologico,
il Family Day e il diritto all’ eutanasia.
Il volume si conclude con la galleria degli educatori fra cui
compaiono: Giordano Bruno, San Giovanni Bosco, e Gaetano Salvemini definito l’
incorruttibile, Padre Pio, Madre Teresa di Calcutta, Pino Puglisi e don Luigi
Ciotti.
Una attenzione particolare è dedicata a Don Tonino Bello, il
vescovo dei poveri di cui sono riportate alcune pagine significative: la stima
per Salvemini considerato fra i santi laici, il suo rapporto con Maria di
Nazareth, l’ imprescindibile legame con i fedeli e il messaggio relativo
a carità ed accoglienza.
La funzione del giornalista è quella di
stigmatizzare i comportamenti dei malfattori ed elogiare l’ operato dei
benefattori.
Paola Copertino
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