sabato 17 dicembre 2016

Recensione del giornale "Il Fatto" di Molfetta in data 8 novembre 2016

MOLFETTA - Cosmo Giacomo Sallustio Salvemini, nipote del più famoso Gaetano, a cui dedica il volume: “Salvemini - Canaglie e Galantuomini”, di cui è autore, è un giornalista di origine molfettese, residente a Roma, nonché docente universitario, scrittore e direttore di alcune autorevoli testate giornalistiche.
A lui sono state conferiti tanti e importanti riconoscimenti e  premi per la sua attività giornalistica. Dirige una scuola di giornalismo intitolata al suo famoso pro zio.
Il volume in questione è stato pubblicato per celebrare il 53° anniversario del Movimento Gaetano Salvemini e viene consigliato ai giornalisti pubblicisti che frequentano la scuola da lui istituita.
Si tratta di un saggio in cui l’autore fa l’ analisi storica del contrasto fra i disonesti e gli onesti che si sono succeduti negli Stati e nella Chiesa, analizzando l’origine storica della corruzione.  Non manca un capitolo dedicato al mercato delle cariche ecclesiastiche  e alcuni episodi relativi a papi del passato
Salvemini si interessa anche del potere gestito dalle lobby, dell’ esasperante lentezza della giustizia, ma anche di parlamentari condannati ed indagati. Mette al bando  i partiti che mirano a  raccogliere i  consensi ed esamina alcuni casi balzati agli onori delle cronache di truffe, sperpero di denaro pubblico,  con situazioni di corruzione in diverse regioni.
 Affronta poi i comportamenti deviati portando ad esempio Giolitti che chiama ministro della malavita; Andreotti definito il diabolico manipolatore, ma anche  punta il dito contro il fondatore dei Legionari di Cristo.
Ce ne è un po’ per tutti, uomini potenti in vita e non, legati alla Chiesa che occupavano importanti e prestigiosi incarichi. Nella terza parte si  esamina la pratica  di usare  i voti  come merce di scambio e i vari casi di corruzione e brogli elettorali avvenuti in Puglia, Calabria e Sicilia.
La parte quarta del libro è dedicata alle inspiegabili scelte di alcuni porporati. Si parla di papa Ratzinger, del cardinale Vallini, del singolare inquilino del Palazzo Apostolico: il cardinale Bertone.
Salvemini fissa la sua attenzione sull’ ingente patrimonio del Vaticano e  sugli immobili prestigiosi posseduti dalla Santa Sede. Elogia poi i valori laici considerandoli intramontabili  e si fa fautore della separazione della politica dalla religione.
Vengono poi affrontati come argomenti: il testamento biologico, il Family Day e il diritto all’ eutanasia.
Il volume si conclude con la galleria degli educatori fra cui compaiono: Giordano Bruno, San Giovanni Bosco, e Gaetano Salvemini definito l’ incorruttibile, Padre Pio, Madre Teresa di Calcutta, Pino Puglisi e don Luigi Ciotti.
Una attenzione particolare è dedicata a Don Tonino Bello, il vescovo dei poveri di cui sono riportate alcune pagine significative: la stima per Salvemini considerato fra i santi laici,  il suo rapporto con Maria di Nazareth,  l’ imprescindibile legame con i fedeli e il messaggio relativo a carità ed accoglienza.
 La funzione del giornalista  è quella di stigmatizzare  i comportamenti dei malfattori ed elogiare l’ operato dei benefattori.
                                                        
Paola Copertino


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