martedì 21 febbraio 2017

LA LEGGE DI HERING GIOVEREBBE A RIDIMENSIONARE LA POPOLAZIONE CHE AFFOLLA I SERVIZI SANITARI E NON SOLO di Pier Luigi Lando



          Posto che, dopo Karl Popper, la falsificabilità di una “teoria scientifica” è a molti noto che sia una sua precipua connotazione, siccome tra  le più comuni perniciose conseguenze della  repressione (dei sintomi) pare vi siano le dure dermatologiche, neanche un sia pure fondamentalista allopata obietterebbe che sia  sufficientemente assodata la  nozione che vi sia una stretta connessione tra  cervello  e pelle, giacché hanno origine dal medesimo foglietto embrionale: l’ectoderma.
         L’omeopata Hering, in linea con  L’ Omeopatia Hahnemanniana formulò la seguente legge che vale anche per  le altre medicine: Naturopatia, Ayurveda, Osteopatia: ”Ogni guarigione comincia dall'interno e procede verso l'esterno, dalla testa verso il basso, e in ordine inverso da com'erano apparsi i sintomi della malattia”.
       In base a tale dinamica nota anche come “crisi di Guarigione” o di Disintossicazione o Reazione di Jarsch-Herxheimer), poiché, le terapie  chemio-allopatiche a cui ancora ricorre una notevole percentuale dei nostri concittadini, sostituendosi ai processi di guarigione fisiologica, tendono a “curare” l’organismo in senso inverso a quanto prevede  la summenzionata Legge, finiscono  per  risultare soppressivi dei sintomi dando luogo a patologie a carico di altri organi ed apparati: più di un lettore di questo lavoro avrà potuto constatare che, avendo trovato giovamento o risolto una forma morbosa specialmente dell’apparato cutaneo, poi sarà dovuto ricorrere ad altre terapie per “curare effetti secondari indesiderati” e perfino patologie più gravi: Ricordo che alla prima lezione di Omeopatia del corso da me seguito il prof. Negro aveva affermato: “Voi curate una psoriasi con la medicina  allopatica e avrete un reumatico o un malato mentale”. Sarà casuale che colleghi allopati parlano di psoriasi reumatica? … non riconoscendo      che la  forma reumatica sia conseguente alla soppressione dei sintomi  della precedente affezione dermatologica.
               Personalmente ebbi modo di constatare le conseguenze   segnalate dal prof: Negro. Ho sentito  dei neuropsichiatri parlare di “quadri di destabilizzazione psichica” in seguito a diversi tipi di cure della psoriasi, perfino con l’ipnosi. 
         L’omeopata Nash, racconta che una notte venne chiamato d’urgenza per una donna che si rotolava sul pavimento per dolori di pancia: prescritto Arsenicum Album, qualche giorno dopo,  lei si recò al suo ambulatorio con una pomata che  aveva  adoperato per curare una psoriasi, per chiedergli se  poteva adoperarla di nuovo e il dr. Nash le rispose che se avesse  desiderato di riavere quei dolori dell’altra note, facesse pure… “lei non lo fece!”, con tipico umorismo inglese conclude il suo racconto Nash.
        Quante di queste donne, non solo con  farmaci allopati per sé, ma anche dandoli ai figli, insomma quanti nostri concittadini sono vittime di analoghe conseguenze?
       Se se ne potesse quantificare la percentuale di iatropatie che affollano  i servizi sanitari,  quelli psichiatrici compresi, nonché di soggetti che  hanno subito metodi di allevamento a dir poco impropri, potremmo avere un’idea sulle reali possibilità per avviare a soluzione problemi come quelli del superaffollamento dei servizi sanitari, di quelli psichiatrici e giudiziari.
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(*)Sul n. de L‘Attualità dello scorso  Settembre, pag. 8: un mio  articolo: Iatropatie e la legge di Hering.

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