Comunicato Stampa
Nessun leader politico denuncia l’ignobile
sistema delle “schede ballerine”. Perché?
Nel noto libro “Il ministro della malavita” (1910), pubblicato per
denunciare il Premier in carica Giovanni Giolitti, e “Memorie di un candidato”
(1913), Gaetano Salvemini ha divulgato, per la prima volta nella Storia d’Italia,
lo squallido meccanismo delle “schede ballerine”, vale a dire il “voto di
scambio”. Elettori che (commettendo un reato) vendevano il proprio voto ai
candidati alle elezioni.
Questa prassi immorale e illegale continua ad essere seguita da molti
elettori. E’ stata descritta da oltre dieci anni dal Movimento Salvemini sul
periodico “L’Attualità” e sul sito web movimentosalvemini.blogspot.it , nella rubrica “La Questione morale”.
Recentemente, è stata menzionata da Roberto Saviano nell’articolo “Quel
voto di scambio che uccide la democrazia” (“la Repubblica”, 11 febbraio 2013).
Si tratta di una prassi attuata in tutta Italia, specialmente in Sicilia,
Calabria, Campania e Puglia. Un fenomeno che si ripete sistematicamente da
oltre un secolo.
Per esemplificare, limitiamoci a citare fatti avvenuti in questi ultimi
anni. Durante le elezioni regionali del 2010 la Direzione Distrettuale
Antimafia di Napoli ha avviato un’indagine sulla compravendita di voti. E’
stato accertato che ad alcuni candidati sono stati venduti “pacchetti” di mille
voti ciascuno. In Campania un seggio in Consiglio Regionale può arrivare a
costare ad un candidato una somma di denaro fino a 60.000 euro, mentre in
Calabria la somma si aggira intorno a 15.000 euro. In Puglia un voto può essere
venduto intorno a 50 euro.
Le cronache giornalistiche sono piene di misfatti di tal genere. Da decenni
si susseguono le inchieste giudiziarie sul voto di scambio in ogni angolo d’Italia.
I pentiti Carmine Alfieri e Pasquale Galasso hanno dichiarato che negli anni ’90
molti politici si rivolgevano a loro per chiedere sostegni elettorali (non solo
i voti ma anche soldi per finanziare le campagne elettorali). In cambio i clan
malavitosi venivano agevolati nell’assegnazione degli appalti di opere
pubbliche.
Scrive testualmente Roberto Saviano: “Nel 2010 invocammo l’O.C.S.E. a
vigilare sul voto regionale, mostrando come il voto di scambio fosse tritolo
sotto la democrazia. L’O.C.S.E. recepì l’appello come un serio allarme e
rispose di essere disponibile ad intervenire per controllare il voto. Ma doveva
essere invitata a farlo dal Governo. Cosa che non fu fatta…Ma se nessuno vorrà
farsi garante di trasparenza, chi verrà a dirci come si saranno svolte le
elezioni? Ad oggi, nessuno schieramento ha affrontato il tema del voto di
scambio. Terribile nemico o fenomenale alleato?”.
Per quali ragioni, in questa campagna elettorale che si concluderà il 2
marzo, nessun partito politico ha lanciato l’allarme sulla possibilità di
reiterazione di brogli elettorali e violenze di vario genere?
Il Movimento Salvemini considera fallimentari tutti i sistemi elettorali
finora adottati in quanto fondati sulla necessità,
per i candidati, di raccattare voti, anche a costo di “mercificarli” in cambio di soldi o di
illeciti favori clientelari. Spesso i voti “sporchi” sono più numerosi di
quelli puliti.
Propone, come unico rimedio, il modello democratico ateniese caratterizzato
dal “metodo Pericle”, ovviamente adattato ai tempi moderni, supportato dagli
strumenti della tecnologia elettronica e super controllato da un Comitato di
Garanti composto, ad esempio, dal Presidente della Corte di Cassazione, dai
vertici della Guardia di Finanza, dell’Arma dei Carabinieri e da altri eventuali
organi designati da apposita legge. Tale metodo viene definito dai docenti
della Stanford University of California con il neologismo Randomcrazia ed è
illustrato dettagliatamente dai recenti libri di Cosmo G. Sallustio Salvemini,
le cui recensioni giornalistiche sono visitabili in questo sito web.
23 gennaio 2018 Il
Consiglio Direttivo (e mail: lattualita@yahoo.it)
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