giovedì 31 gennaio 2019

COMUNICATO STAMPA


                       “SE  LA  GIUSTIZIA  E’  PIU’  LENTA  DELLA  LUMACA…”

E’ un dato di fatto che l’Italia è il Paese che ha collezionato il maggior numero di condanne da parte della Corte Europea per i Diritti Umani per la irragionevole lentezza dei procedimenti giudiziari (civili, penali e amministrativi). Le prime condanne risalgono a molti decenni fa. Nel frattempo nessun governo è riuscito a varare riforme idonee ad accelerare i processi stabilendo limiti temporali entro i quali i giudici avrebbero l’obbligo di emettere una sentenza. Perché si è verificata una tale omissione in un settore di grandissima importanza sociale?
Le cause sono numerose e complesse. Sono state analizzate da insigni  giornalisti e docenti universitari. Quindi, sono ben note a tutti. Ciononostante né il Legislativo né l’Esecutivo, in un arco temporale di oltre cinquant’anni, sono riusciti  a risolvere il grave problema.
E’ necessario sottolineare la parola “grave” in quanto la terza funzione di uno Stato democratico (la funzione Giudiziaria) costituisce il pilastro fondamentale per la tutela dei Diritti Umani. Se questa tutela si realizza in tempi lunghissimi i colpevoli si sentono “protetti” da un sistema iniquo e le parti lese constatano che al danno si è aggiunta la beffa.
Quasi tutti gli Uffici giudiziari italiani sono oberati da migliaia di processi in attesa di essere conclusi. A chi spetta il compito di eliminare una così grave anomalìa, se non al Parlamento e al Governo?
Il Movimento Salvemini auspica che l’attuale Governo (nato sotto l’egida del Cambiamento) affronti al più presto possibile la “questione giudiziaria” che deturpa l’immagine dell’Italia al cospetto del mondo. Certamente si tratta di una questione difficile ma va ricordato il motto latino “Nihil difficile volenti”.
Va evidenziato anche il fatto che il livello di democraticità di uno Stato si misura in base alla rapidità ed efficienza dell’apparato giudiziario. Sarebbe ora che i reggitori della “Res publica”  ne prendano consapevolezza e si impegnino ad eliminare, senza ulteriori indugi,  una delle più purulente piaghe sociali.
27 gennaio 2019                                                                   C. G. S. S.

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