giovedì 6 giugno 2013

ORIGINE COMUNE DEL FURTO E DELLA VIOLENZA CONTRO LE DONNE


Ho esitato per anni ad affrontare questo argomento per timore che venisse frainteso come moralisticamente bigotto oppure come eccessivamente liberista-naturista.Negli anni ’60 avevo avuto l’opportunità di appassionarmi a studi di antropologia culturale in seguito a una lezione di questa materia da parte del prof. Tullio Seppilli.Una seconda straordinaria opportunità la ebbi nell’aver incontrato chi, per motivi di lavoro, aveva visitato diverse “tribù primitive”, in particolare quelle delle Isole Trobriand nelle quali Bronislaw 
Malinowschi aveva condotto i suoi studi di etnologia e antropologia culturale, dedicandole un libro letto da me con molto interesse. Ebbi perfino la possibilità di appagare mie curiosità in materia, grazie ad occasionali scambi culturali che avvenivano durante le mie missioni in porti e aeroporti in veste di funzionario del Ministero della Sanità.Ebbi modo, poi, di constatare che i comportamenti predatori, delle cui istanze di base siamo “dotati” i viventi superiori nella scala filogenetica, venivano e vengono messi in atto in coincidenza con il fenomeno della proprietà privata, quindi con un’economia monetaria e la fine della vita allo stato pressoché brado, della disponibilità di usufruire direttamente di tutto il necessario dall’ambiente naturale ecc.
Un altro fenomeno che sembra significativamente coincida con lo sviluppo di un’economia monetaria è quello del pudore che, a sua volta, pare assuma analoghi criteri di gestione: per es. quelli della svalutazione dei centimetri in più esposti o esibiti da una o più donne, mentre si utilizza mercantilmente lo striptease che deve 
avvenire in ben precisi locali con tanto di pagamento del biglietto d’ingresso.
Fenomeni impensabili in una società come quelle delle su accennate tribù dove il nudo è costume ufficialmente adottato.E che dire del mercato dell’abbigliamento? I suoi effetti sono talmente evidenti, che risparmio a me la fatica di scriverne e ai lettori la noia di leggere cose già arcinote.
Un cenno soltanto ai paramenti sacri che, se pur non ricollegabile all’argomento del pudore e relativamente limitato come clientela, trae vantaggioso compenso dalla loro preziosità, quindi, protagonista rimane sempre il sistema dei mercanti e del potere…. V’è alcun dubbio che il vestiario come manifestazione di status sociale, di posizione gerarchica, di ruolo ecc., eserciti un’importante funzione di potere?
In tali tribù, i cui componenti vivevano (vivono ancora?) in collettività alquanto numerose, quindi ben lontani dal modello della nostra attuale famiglia nucleare, non si sviluppava neanche la possessività sulle persone (fenomeno osservato anche da Bruno Betthleim nei kibbutzim israeliani e illustrati nel suo libro .I figli del sogno).Ovviamente, lungi da me l’indicazione a tornare a una vita allo stato brado, ma la presa di consapevolezza dell’iter di fenomeni come quello appena esposto, forse ci potrà aiutare a trovare soluzioni 
meno traumaticamente oppressive di quelle tradizionalmente adottate, erroneamente considerate educative e che, invece, pare abbiano generato e generano tuttora conseguenze di cui ci lamentiamo inutilmente.
Pier Luigi Lando
Sito: ww.pierluigilando.net

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