martedì 11 marzo 2014

Poesia di Pier Luigi Lando

  AUX FEMMES DE PARIS

Par les jardins ou par les boulevards,
regarde-les,  //  comme tu regardes les fleurs,
comme tu regardes les étoiles,  //  comme tu regardes les anges!
Regarde-les et laisse-les passer
comme tes songes, comme tes désirs, comme le temps.
Ne les appelle pas,  //  ne les arréte pas,  //  ne les dérange pas:
elles pourraient se révéler differentes,  //  elles pourraient te décevoir,
et tu pourrais les àbìmer!
Laisse les passer,   // laisse les s'en aller,  //  laisse les disparaìtre:
elles reviendront et d'autres encore.
Elles sont source de plaisir et de douleur,
de vie et de mort, de haine et d'amour
et en méme temps, elles éprouvent tout cela.
Aussi, elles aspirent  //  à leurs songes,   //  à leurs désirs,
à leurs vies,  //  à leurs amours.
Regarde-les et contente-toi  //  de cette souffrance, de ce désir, de ce plaisir.
Regarde les passer comme tu regardes  les météores, les roses du Japon,
un chef-d'oeuvre divine!

Parigi, maggio 1970
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(Traduzione).
ALLE DONNE DI PARIGI:

Per i giardini o per i viali,  //  guardale!
come tu ammiri i fiori,  //  come tu guardi le stelle,  //  come tu guardi gli angeli!
Guardale e lasciale passare   //  come i tuoi sogni,
come i tuoi desideri,  //  come il tempo.
Non le chiamare,  //  non le fermare,  //  non le disturbare:
esse ti potrebbero apparire diverse,  //  esse ti potrebbero deludere,
tu le potresti sciupare.  // Lasciale passare,  //  lasciale andare,  //  lasciale sparire:
esse ripasseranno  //  ed altre verranno ancora.
Esse sono fonte  di piacere e di dolore,
di vita e di morte, di odio e di amore
e, nello stesso tempo, provano tutto questo.
Esse mirano anche  //  ai loro sogni,  //  ai loro desideri,
alla loro vita,  //  ai loro amori.
Guardale e accontentati di questa sofferenza, // di questo desiderio,
di questo piacere.
Guardale passare come tu guardi le meteore, le gardenie, un capolavoro divino!

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ALL'IDEALE

Invano t' ho atteso tutto il giorno!
Quante sviste intanto...
ora è quasi sera  ed è crescente il rischio
che io ti confonda fra le brume del tramonto.
E poi...i sensi, in via di assopirsi,
riusciranno ancora a prevalere sul frigore della notte
che avanza fredda e penetra profonda nelle carni stanche?
Intanto io non so se, al sopraggiungere della notte,
più paura o desio ho di scorgere cosa c'è nel cielo,
oltre le stelle

 

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DON GIOVANNI

Tante e nessuna!
Quante volte, furtivo, assaggiasti il nettare altrui,
il nettare ch'altri bevve a iosa?
Come di Sirena o di Chimera il canto
lasciarono il ricordo le carezze d'amore
che, nelle tue viscere, sono divenute anche amarezze,
amare come il fiele,
dei sensi sopore,
della speranza veleno!

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