sabato 14 dicembre 2019

Comunicato Stampa


                   LE  “UTOPIE”,  PRIMA  O  POI,  SI  REALIZZANO

L’obiezione mossa da alcuni “benpensanti” alle proposte di riforma istituzionale (in primo luogo la demo-random-crazia) per moralizzare la Politica e la società italiana, proposte avanzate dal Movimento Gaetano Salvemini da molti anni, poggia sul presupposto (o sul pregiudizio) che tali proposte siano “utopie”.

Da cosa deriva tale scetticismo? Alcune persone, purtroppo, sono prese dal panico appena sentono pronunciare la parola “riforme”;  altre sono caratterialmente inclini a conservare lo “status quo” (anche se quest’ultimo è caratterizzato da soprusi, assurdi privilegi, scandalose anomalie); altre ancora sono mentalmente “pigre” e non si chiedono nemmeno se una riforma possa giovare o meno all’intera società.

Esiste, però, un ampio schieramento di persone che sono animate dal desiderio di dare un (sia pur minimo) contributo al progresso giuridico e morale del Paese in cui vivono. Queste persone sono intellettualmente ottimiste. “Le idee – ammoniva Gaetano Salvemini – sono come i semi. Dopo essere rimaste sterili per anni o per secoli,si diffondono con rapidità fulminea. Nessuno può dire fin dove arriverà e quando fruttificherà un seme abbandonato al vento”.
Io appartengo decisamente alla categoria dei riformatori desiderosi di abbattere soprusi, privilegi, ingiustizie sociali, sperequazioni economiche e anomalie di vario genere.
Voglio vivere in un Paese libero da ogni forma di tirannia. La forza della Libertà è infinita e non ha nulla da temere neanche dai suoi peggiori nemici. Ogni sistema politico che impedisca la libera circolazione delle idee mummifica la società. Il diritto di parlare e di scrivere è inutile se non diventa strumento di educazione morale e politica.

Voglio avere la libertà di sbagliare per poter correggere autonomamente i miei errori, illuminato dalla retta coscienza e sorretto da una ferrea volontà.  Voglio esternare la mia visione di società decorosa senza essere imbavagliato. Voglio vivere senza il timore di essere aggredito dai malviventi, di essere tartassato da un Fisco rapace, di essere turlupinato da politicanti di mestiere. Voglio vivere in una società di cittadini onesti governati da galantuomini.

Voglio vivere in uno Stato non gestito da leaders avidi di poltrone, divorati dalla smania di protagonismo, bramosi di quotidiana visibilità mass-mediatica. Voglio vivere in una società più equilibrata, più equa, senza egoisti Epuloni né poveri Lazzari. Voglio vivere, insomma, in una Repubblica demo-random-cratica in cui i principi della Pari Dignità e delle Pari Opportunità tra i cittadini non siano vana retorica né “lettera morta” inserita ipocritamente in una Carta costituzionale.

Il mio costante punto di riferimento è il Discorso della Montagna. Non lo considero alla stregua di un elenco di “utopie”  perché sono convinto che, prima o poi, queste  “utopie” saranno realtà.

14 dicembre 2019.                                        Cosmo G. Sallustio Salvemini

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