LE “UTOPIE”, PRIMA
O POI, SI
REALIZZANO
L’obiezione mossa da alcuni “benpensanti” alle proposte di riforma
istituzionale (in primo luogo la demo-random-crazia) per moralizzare la
Politica e la società italiana, proposte avanzate dal Movimento Gaetano Salvemini
da molti anni, poggia sul presupposto (o sul pregiudizio) che tali proposte
siano “utopie”.
Da cosa deriva tale scetticismo? Alcune persone, purtroppo, sono prese dal
panico appena sentono pronunciare la parola “riforme”; altre sono caratterialmente inclini a
conservare lo “status quo” (anche se quest’ultimo è caratterizzato da soprusi,
assurdi privilegi, scandalose anomalie); altre ancora sono mentalmente “pigre”
e non si chiedono nemmeno se una riforma possa giovare o meno all’intera
società.
Esiste, però, un ampio schieramento di persone che sono animate dal
desiderio di dare un (sia pur minimo) contributo al progresso giuridico e
morale del Paese in cui vivono. Queste persone sono intellettualmente
ottimiste. “Le idee – ammoniva
Gaetano Salvemini – sono come i semi.
Dopo essere rimaste sterili per anni o per secoli,si diffondono con rapidità
fulminea. Nessuno può dire fin dove arriverà e quando fruttificherà un seme
abbandonato al vento”.
Io appartengo decisamente alla categoria dei riformatori desiderosi di
abbattere soprusi, privilegi, ingiustizie sociali, sperequazioni economiche e
anomalie di vario genere.
Voglio vivere in un Paese libero da ogni forma di tirannia. La forza della
Libertà è infinita e non ha nulla da temere neanche dai suoi peggiori nemici.
Ogni sistema politico che impedisca la libera circolazione delle idee mummifica
la società. Il diritto di parlare e di scrivere è inutile se non diventa
strumento di educazione morale e politica.
Voglio avere la libertà di sbagliare per poter correggere autonomamente i
miei errori, illuminato dalla retta coscienza e sorretto da una ferrea volontà.
Voglio esternare la mia visione di
società decorosa senza essere imbavagliato. Voglio vivere senza il timore di
essere aggredito dai malviventi, di essere tartassato da un Fisco rapace, di
essere turlupinato da politicanti di mestiere. Voglio vivere in una società di
cittadini onesti governati da galantuomini.
Voglio vivere in uno Stato non gestito da leaders avidi di poltrone, divorati dalla smania di protagonismo,
bramosi di quotidiana visibilità mass-mediatica. Voglio vivere in una società
più equilibrata, più equa, senza egoisti Epuloni né poveri Lazzari. Voglio
vivere, insomma, in una Repubblica demo-random-cratica in cui i principi della
Pari Dignità e delle Pari Opportunità tra i cittadini non siano vana retorica
né “lettera morta” inserita ipocritamente in una Carta costituzionale.
Il mio costante punto di riferimento è il Discorso della Montagna. Non lo
considero alla stregua di un elenco di “utopie”
perché sono convinto che, prima o poi, queste “utopie” saranno realtà.
14 dicembre 2019. Cosmo G. Sallustio Salvemini
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