L’ITALIA E’
INGOVERNABILE. ECCO PERCHE’
Più di ottant’anni fa Gaetano Salvemini pubblicò il libro “Italia
scombinata”. Sembra scritto ieri. Analizzava lucidamente le cause dello sconquasso
in cui l’Italia si trovava (cause che permangono ancora oggi).
Nel 1956, a Sorrento (Villa “La Rufola”), ad un giornalista che lo stava
intervistando rispose ironicamente: “…l’unico
articolo della Costituzione che mi piace è quello che prevede la sua revisione…”.
Alludeva all’art. 138. Perché disapprovava l’assetto istituzionale disegnato
dalla Carta del 1948?
Analizzò una serie impressionante di cause (storiche, economiche,
sociologiche, religiose e antropologiche) che i ceti dirigenti alternatisi al Potere non hanno voluto
rimuovere. Cause che, con l’andare del tempo, si sono moltiplicate. Proviamo a
sintetizzarle in un Decalogo ed a esaminarle alla luce dei fatti odierni.
1.
Il meccanismo
elettorale è antidemocratico in quanto fondato sul “metodo Caligola”. Basti
considerare la prassi con la quale gli oligarchi dei partiti redigono le liste
dei candidati al Parlamento, ai Consigli regionali e comunali. Tale meccanismo è anche criminogeno in quanto
fondato sul “metodo Caifa”; basti considerare la prassi del “voto di scambio”,
che evoca il modo in cui furono acquistati i consensi popolari pro-Barabba. E’
arcinoto che “elezione è fonte di corruzione”. Per essere più espliciti, mentre
ci rechiamo alle urne per votare, i “capi-bastone” brindano per i lauti
guadagni realizzati nella vendita di
cospicui “pacchetti” di voti.
2.
La
lobby-pluto-crazia è manovrata da individui senza scrupoli morali, servi di
interessi finanziari nazionali e stranieri. Di conseguenza, la norma
costituzionale “la sovranità appartiene
al popolo” appare chiaramente come
una burla.
3.
La
“volatilità” di gran parte del Corpo Elettorale è così elevata da produrre la
frantumazione dei consensi tra una miriade di gruppi politici. Di conseguenza,
nessuno di essi riesce ad ottenere una percentuale di voti sufficiente per governare da solo. Si formano, così, alleanze
“innaturali” e ibridi “contratti” di governo. Tale precaria situazione viene
aggravata da un cronico “trasformismo” (non pochi parlamentari cambiano
facilmente casacca, sulle orme di “cattivi maestri” come Depretis e Giolitti).
4.
Nessun leader
(per timore di perdere i consensi elettorali di gran parte dei cattolici)
chiede l’abrogazione dell’art. 7 della Costituzione che ha recepito i Patti
fascisti del Laterano stipulati nel 1929. Una “mostruosità” giuridica (come
venne definita da Calamandrei e da tanti altri illustri giuristi) che ha
mummificato i rapporti tra Stato e Chiesa ed ha consentito il permanere di
scandalosi privilegi tributari, in violazione anche della normativa europea che
vieta gli “aiuti” di Stato.
5.
Il pletorico Parlamento
bicamerale (con 945 seggi) appare come un mosaico impazzito. Spesso si
trasforma in un covo di vipere. Riteniamo che la funzione legislativa potrebbe
essere svolta da un Parlamento monocamerale con 100 seggi, per rendere
trasparente l’assegnazione dei seggi in base alla percentuale dei consensi
ottenuti da ciascun gruppo politico. Urge, quindi, modificare gli art. 56 e 57
della Costituzione.
6.
I governi
sono instabili (durata media: 14 mesi) perché la normativa costituzionale li
pone quotidianamente sotto la “spada di Damocle” di una mozione di sfiducia che
potrebbe essere votata da una sola Camera. Sarebbe opportuno, invece, far si
che la loro durata in carica fosse garantita per almeno cinque anni. Tale
stabilità incoraggerebbe gli investitori italiani ed esteri e favorirebbe la
crescita economica del Paese.
7.
Certi leaders chiedono ossessivamente elezioni anticipate
perché sono condizionati da sondaggi di opinione che attribuiscono crescenti
percentuali di consenso. Non si avvedono che quasi sempre si tratta di sondaggi
“su commissione”, finanziati da lobby interessate ad orientare l’opinione
pubblica. Non si rendono conto, poi, che molti sondaggi vengono smentiti dai
reali risultati elettorali.
8.
Urge una
legge che riformi radicalmente la governance
della RAI per sottrarla all’usurpazione lottizzatoria attuata dagli oligarchi
dei partiti. Essendo azienda pubblica,
non deve e non può essere gestita da enti privati. Dovrebbe fornire una
Informazione “super partes” ed essere
amministrata da personalità
completamente estranee agli apparati partitici.
9.
I cittadini
che volessero impegnarsi nella politica attiva dovrebbero poter usufruire,
mediante apposita legge, di spazi giornalistici e televisivi in situazioni di
“pari opportunità” garantite dallo Stato. Non è accettabile il fatto che i
gruppi politici (o singoli cittadini) più ricchi possano organizzare campagne
elettorali molto costose (acquistando consensi mediante banchetti riservati a
gente agiata), trovandosi in posizione di enorme vantaggio rispetto a coloro
che non posseggono risorse finanziarie. “Intelligenti
pauca”.
10.
La “forma mentis” di gran parte dei
politici è caratterizzata da smania di protagonismo e di esibizionismo, da sete
insaziabile di poltrone, da istintivo ripudio delle regole (giuridiche e
morali), da insopprimibile voglia di soddisfare il tornaconto personale (o del
gruppo a cui appartengono), da marcata insensibilità nei confronti dei ceti
sociali disagiati. Ad aggravare la situazione c’è anche la forte inclinazione alla corruzione (specialmente nel settore degli appalti di opere
pubbliche) e alla collusione con
gente del malaffare.
Che fare, allora? Il Movimento Salvemini ritiene che l’art. 138 della
Costituzione può consentirci di superare l’impasse
istituzionale in cui ci troviamo. Lo Stato deve essere una “casa di vetro”
nella quale sia impossibile occultare magagne di vario genere. E’ ora che
l’Opinione Pubblica induca i leaders di tutti i gruppi politici a invocare una
nuova Assemblea costituente a cui demandare il compito di redigere una nuova
Costituzione.
Urge disegnare un nuovo assetto istituzionale idoneo a rendere governabile
l’Italia, liberandola dalla morbosa sete di poltrone che affligge i politicanti
di mestiere.
Per raggiungere questo traguardo l’unica via percorribile è quella che
consente l’introduzione del principio della Demo-random-crazia. Vale a dire,
sperimentare il modello ateniese (culla della Democrazia) fondato sul “metodo
Pericle”, ovviamente adattato al nostro tempo.
Solo il metodo del sorteggio, nell’assegnare le principali cariche
istituzionali, ci potrà salvare dall’attuale caos politico e dalla dilagante
corruzione morale.
30 agosto 2019. Il
Consiglio Direttivo del Movimento Salvemini
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