venerdì 30 agosto 2019

Comunicato Stampa


    L’ITALIA  E’  INGOVERNABILE.   ECCO  PERCHE’

Più di ottant’anni fa Gaetano Salvemini pubblicò il libro “Italia scombinata”. Sembra scritto ieri. Analizzava lucidamente le cause dello sconquasso in cui l’Italia si trovava (cause che permangono ancora oggi).

Nel 1956, a Sorrento (Villa “La Rufola”), ad un giornalista che lo stava intervistando rispose ironicamente: “…l’unico articolo della Costituzione che mi piace è quello che prevede la sua revisione…”. Alludeva all’art. 138. Perché disapprovava l’assetto istituzionale disegnato dalla Carta del 1948?

Analizzò una serie impressionante di cause (storiche, economiche, sociologiche, religiose e antropologiche) che i ceti dirigenti  alternatisi al Potere non hanno voluto rimuovere. Cause che, con l’andare del tempo, si sono moltiplicate. Proviamo a sintetizzarle in un Decalogo ed a esaminarle alla luce dei fatti odierni.

1.       Il meccanismo elettorale è antidemocratico in quanto fondato sul “metodo Caligola”. Basti considerare la prassi con la quale gli oligarchi dei partiti redigono le liste dei candidati al Parlamento, ai Consigli regionali e comunali.  Tale meccanismo è anche criminogeno in quanto fondato sul “metodo Caifa”; basti considerare la prassi del “voto di scambio”, che evoca il modo in cui furono acquistati i consensi popolari pro-Barabba. E’ arcinoto che “elezione è fonte di corruzione”. Per essere più espliciti, mentre ci rechiamo alle urne per votare, i “capi-bastone” brindano per i lauti guadagni  realizzati nella vendita di cospicui “pacchetti” di voti.

2.       La lobby-pluto-crazia è manovrata da individui senza scrupoli morali, servi di interessi finanziari nazionali e stranieri. Di conseguenza, la norma costituzionale “la sovranità appartiene al popolo”  appare chiaramente come una burla.



3.       La “volatilità” di gran parte del Corpo Elettorale è così elevata da produrre la frantumazione dei consensi tra una miriade di gruppi politici. Di conseguenza, nessuno di essi riesce ad ottenere una percentuale di voti sufficiente per  governare da solo. Si formano, così, alleanze “innaturali” e ibridi “contratti” di governo. Tale precaria situazione viene aggravata da un cronico “trasformismo” (non pochi parlamentari cambiano facilmente casacca, sulle orme di “cattivi maestri” come Depretis e Giolitti).

4.       Nessun leader (per timore di perdere i consensi elettorali di gran parte dei cattolici) chiede l’abrogazione dell’art. 7 della Costituzione che ha recepito i Patti fascisti del Laterano stipulati nel 1929. Una “mostruosità” giuridica (come venne definita da Calamandrei e da tanti altri illustri giuristi) che ha mummificato i rapporti tra Stato e Chiesa ed ha consentito il permanere di scandalosi privilegi tributari, in violazione anche della normativa europea che vieta gli “aiuti” di Stato.


5.       Il pletorico Parlamento bicamerale (con 945 seggi) appare come un mosaico impazzito. Spesso si trasforma in un covo di vipere. Riteniamo che la funzione legislativa potrebbe essere svolta da un Parlamento monocamerale con 100 seggi, per rendere trasparente l’assegnazione dei seggi in base alla percentuale dei consensi ottenuti da ciascun gruppo politico. Urge, quindi, modificare gli art. 56 e 57 della Costituzione.

6.       I governi sono instabili (durata media: 14 mesi) perché la normativa costituzionale li pone quotidianamente sotto la “spada di Damocle” di una mozione di sfiducia che potrebbe essere votata da una sola Camera. Sarebbe opportuno, invece, far si che la loro durata in carica fosse garantita per almeno cinque anni. Tale stabilità incoraggerebbe gli investitori italiani ed esteri e favorirebbe la crescita economica  del Paese.


7.       Certi  leaders  chiedono ossessivamente elezioni anticipate perché sono condizionati da sondaggi di opinione che attribuiscono crescenti percentuali di consenso. Non si avvedono che quasi sempre si tratta di sondaggi “su commissione”, finanziati da lobby interessate ad orientare l’opinione pubblica. Non si rendono conto, poi, che molti sondaggi vengono smentiti dai reali risultati elettorali.

8.       Urge una legge che riformi radicalmente la governance della RAI per sottrarla all’usurpazione lottizzatoria attuata dagli oligarchi dei partiti.  Essendo azienda pubblica, non deve e non può essere gestita da enti privati. Dovrebbe fornire una Informazione “super partes” ed essere amministrata da personalità  completamente estranee agli apparati partitici.


9.       I cittadini che volessero impegnarsi nella politica attiva dovrebbero poter usufruire, mediante apposita legge, di spazi giornalistici e televisivi in situazioni di “pari opportunità” garantite dallo Stato. Non è accettabile il fatto che i gruppi politici (o singoli cittadini) più ricchi possano organizzare campagne elettorali molto costose (acquistando consensi mediante banchetti riservati a gente agiata), trovandosi in posizione di enorme vantaggio rispetto a coloro che non posseggono risorse finanziarie. “Intelligenti pauca”.

10.   La “forma mentis” di gran parte dei politici è caratterizzata da smania di protagonismo e di esibizionismo, da sete insaziabile di poltrone, da istintivo ripudio delle regole (giuridiche e morali), da insopprimibile voglia di soddisfare il tornaconto personale (o del gruppo a cui appartengono), da marcata insensibilità nei confronti dei ceti sociali disagiati. Ad aggravare la situazione c’è anche la  forte inclinazione alla corruzione (specialmente nel settore degli appalti di opere pubbliche) e alla collusione con gente del malaffare.

Che fare, allora? Il Movimento Salvemini ritiene che l’art. 138 della Costituzione può consentirci di superare l’impasse istituzionale in cui ci troviamo. Lo Stato deve essere una “casa di vetro” nella quale sia impossibile occultare magagne di vario genere. E’ ora che l’Opinione Pubblica induca i leaders di tutti i gruppi politici a invocare una nuova Assemblea costituente a cui demandare il compito di redigere una nuova Costituzione.
Urge disegnare un nuovo assetto istituzionale idoneo a rendere governabile l’Italia, liberandola dalla morbosa sete di poltrone che affligge i politicanti di mestiere.

Per raggiungere questo traguardo l’unica via percorribile è quella che consente l’introduzione del principio della Demo-random-crazia. Vale a dire, sperimentare il modello ateniese (culla della Democrazia) fondato sul “metodo Pericle”, ovviamente adattato al nostro tempo.

Solo il metodo del sorteggio, nell’assegnare le principali cariche istituzionali, ci potrà salvare dall’attuale caos politico e dalla dilagante corruzione morale.

30 agosto 2019.            Il Consiglio Direttivo del Movimento Salvemini

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